La Provincia di Impera è la terra dell’oliva taggiasca ma proprio la zona di Taggia, nel basso medioevo, era associata alla produzione di uno storico vino, il Moscatello, che veniva descritto come “un nettare dolcissimo” prodotto in tutto l’estremo Ponente ligure. Luoghi d’elezione del Moscatello erano Ventimiglia, Dolceacqua, Porto Maurizio, (figura già negli statuti del 1405), Sanremo, Bussana e soprattutto Taggia, per lungo tempo il più importante centro viticolo ligure. Il Moscatello e la Vernaccia, avendo un contenuto zuccherino e una gradazione alcolica maggiori, erano più adatti ad essere trasportati per lunghi viaggi (non subivano lo spunto acetico) e quindi più facilmente commercializzabili. Nel 1400 il vino di Taggia veniva esportato nel Nord Europa, in Inghilterra e nelle Fiandre: il carico di vino trasportato era talmente prezioso che nel 1434 venne proibito alle navi che trasportavano Moscatello di caricare altro vino lungo la rotta. Nel XVII secolo però, l’affermarsi dell’ulivo mise in secondo piano la viticoltura, e così la produzione di Moscatello si ridusse, diventando una nicchia di mercato quasi esclusiva di re, Papi, dogi e altri nobili. Il vero colpo di grazia venne inferto intorno al 1880 con l’invasione fillosserica, che ne decretò la sua quasi totale estinzione.
Con l’attuale tendenza a riscoprire i vitigni autoctoni voluta per affermare la specificità del territorio, per proteggere e valorizzare il grande patrimonio vitivinicolo italiano e per contrastare il mercato dei vitigni internazionali, anche in questo lembo di Liguria qualcuno pensò di studiare, cercare e recuperare questo vitigno. Esiste un' Associazione Produttori del Moscatello di Taggia di cui l'azienda Mammoliti è socia fondatrice e di cui Eros Mammoliti è stato Presidente.
Gradazione alcoolica: | 13% |
Tipo di bottiglia: | 750 ml |